edoardo Carloni
orte come l’acciaio”. Quante volte ci sarà capitato di sentire od
utilizzare questa similitudine, un’espressione che, come tipico
per qualsiasi figura retorica del genere, restituisce in maniera
immediata e certa un concetto di solidità e robustezza che avreb-
be altrimenti richiesto più tempo per essere spiegato. L’acciaio,
neanche a dirlo, è effettivamente forte, durevole, resistente e te-
stimonianza di quanto sostenuto è data dalla moltitudine di costruzioni ed elementi che
ci circondano e che accompagnano la nostra vita, sottoposti ad usura e logorio. Ciascuno
di essi, molto probabilmente, nasconde qualche componente di questo materiale. Frutto
di una lega principalmente costituita da ferro e carbonio (mai superiore al 2%), l’acciaio
è in realtà differenziabile in tantissime tipologie a seconda della percentuale di carbonio,
del tenore degli elementi alliganti (nichel, idrogeno, ossigeno, silicio, cromo, alluminio...)
e della possibile prevalenza di uno di essi rispetto all’altro, fino ad una classificazione per
destinazione d’uso (acciaio da bonifica, nitrurazione, cementazione...).
La vera debolezza di questo materiale è stata per secoli l’ossidazione: la componente
ferrosa della lega risente infatti degli effetti logoranti dell’acqua e dell’aria umida a cui
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