Catalogo Magazine
di pari passo; lo sforzo della progettazione
deve tenere presente e valutare con atten-
zione questa necessità, mentre l’industria
deve riporre ogni cura nella produzione di
ausili efficaci, sicuri e gradevoli.
L’attuazione di questi modelli, basati
sull’adozione di ausili, può fornire una
risposta efficace nella progettazione, che
prevede la conoscenza e la reperibilità nel
mercato delle giuste soluzioni tecniche ed
estetiche.
Al fine di garantire la miglior qualità
possibile e massimizzare le risorse dispo-
nibili, la progettazione di interventi strut-
turali ex novo o di ripristino di ambienti
abitati da persone anziane, deve rappre-
sentare la trasposizione architettonica
della filosofia organizzativa e gestionale
pensata appositamente per l’intervento
specifico.
In altre parole il modello architettoni-
co, il modello assistenziale ed il modello
gestionale devono essere talmente inter-
connessi ed integrati tra loro da consentire
all’utilizzatore esterno, anche solo dalla
vista del contenitore/involucro architetto-
nico, di poter percepire il livello qualitativo
e prestazionale offerto. Per comprendere
appieno questo processo è necessario chia-
rire cosa si intende con il termine Modello.
Il “Modello Architettonico” è l’insieme
strutturale degli ambienti di vita, la colo-
razione delle pareti, gli arredi il più pos-
sibile funzionali e domestici, le dotazioni
tecniche avanzate e friendly, le soluzioni
domotiche, l’Internet delle cose (IoT) e
quanto necessario per configurare un am-
biente dove sia garantita la riservatezza in
un contesto di comunità, l’ autonomia ed
adeguato grado di assistenza, la libera re-
lazione con lo spazio e le persone. Da que-
sto punto di vista potremmo considerare
un approccio da “Architettura curativa”
1
.
Con “Modello Assistenziale” si intende
l’insieme dei piani di intervento ed attua-
zione di assistenza e cura, tra loro armo-
nizzati e funzionali, di tutte le speci
fiche
figure professionali necessarie a risponde-
re ai variegati bisogni della persona anzia-
na o disabile indipendentemente dall’am-
biente in cui queste attività si svolgono.
Tali piani di intervento devono sotten-
dere alla medesima ed univoca cultura del
servizio acquisita da tutti i soggetti inte-
ressati attraverso un processo formativo
continuo e condiviso in modo tale che, ad
esempio, anche gli addetti ai servizi al-
berghieri, oltre agli addetti all’assistenza,
siano formati ad eseguire le prestazioni
richieste nella modalità più personalizza-
ta possibile sulle esigenza dell’utenza, nei
tempi più idonei all’ambiente di vita ed