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Schema concettuale che illustra la procedura definita dal Design for All.

Le frecce indicano il coinvolgimento di utenti finali e stakeholder

ovvero senza enfatizzare le differenze o le esigenze specifiche, come ad esempio quelle delle

persone con disabilità.

L’Inclusive Design è una filosofia di progettazione molto simile al Design for All, infatti

si pone come obiettivo la partecipazione in modo equo, sicuro e indipendente nelle attività

quotidiane considerando la diversità umana. Per raggiungere questi obiettivi adotta una

serie di principi chiave (esplicitati dal Design Council) che pongono, come il Design for All,

le persone al centro del processo di progettazione promuovendo il benessere personale, la

coesione sociale e il piacere per tutti. Sottolinea la necessità di non focalizzarsi unicamente

alle limitazioni motorie, ma di estendere il proprio raggio d’azione anche alle difficoltà di

apprendimento, ai problemi di salute mentale, alle disabilità visive e uditive.

L’Inclusive Design riconosce apertamente che non sempre è possibile risolvere tutte le

esigenze con una singola soluzione, e propone di rendere nota la parte di popolazione che

potrebbe essere esclusa – le cause possono essere dovute a questioni tecniche, tecnologiche

o, talvolta, economiche. Esorta a proporre alternative che tengano conto della diversità delle

esigenze degli utenti, garantendo la possibilità di scelta, come collezioni di prodotti, soluzio-

ni complementari, add-ons o altro.

Di particolare rilievo, riconosce la diversità delle esigenze in continuo mutamento e pro-

pone che le soluzioni siano predisposte alla flessibilità nel tempo, garantendo che l’accesso