e

?

i

g

e

n

n

z

z

e

?

e

s

f

a

t

t

e

u

t

a

G

l

e

e

s

l

e

e

s

i

g

e

u

a

l

Q

n

z

e

?

Q

u

a

n

t

c

i

o

n

o

s

s

o

28

© Ponte Giulio S.p.A., 2024

ti

Cosa fare

adesso?

d

d

i

s

V

a

l

Schema concettuale che illustra la procedura definita dall’Inclusive design

e complessità; la seconda l’energia e la determinazione che spinge a esplorare nuove idee per

superare gli ostacoli trovando soluzioni alternative e innovative. La sfida creativa ed etica è

rivolta non solo ai progettisti, ma anche agli imprenditori, agli amministratori e ai dirigenti

politici a cui è chiesto di considerare costantemente l’inclusione come parte integrante della

loro visione proprio perché sono fondamentali decisori del processo progettuale in opera.

Il coinvolgimento attivo e creativo degli utenti finali, degli stakeholder (debitamente sele-

zionati) e degli experiencer (diretti e indiretti) è il pilastro del Design for All, che ha consoli-

dato da vent’anni la centralità di processi partecipativi. Gli individui eterogenei per cui sono

destinate le soluzioni – che siano prodotti, servizi o ambienti – devono essere coinvolti fin

dalle prime fasi del processo di progettazione perché portano una prospettiva unica e prezio-

sa sulla loro esperienza e sulle eventuali difficoltà che affrontano. Il team di lavoro collabora

con loro per comprendere i loro bisogni, preferenze ed esigenze specifiche, e trasformando

le informazioni in requisiti di progetto che daranno vita alle soluzioni opportune anch’esse

validate dalle persone coinvolte.

Il Design for All rappresenta una sfida che richiede tempo, impegno e talvolta costi ag-

giuntivi rispetto a un approccio tradizionale, ma riduce notevolmente la possibilità di errori

(e quindi a sua volta eliminando i costi di rettifica) proprio per la continua verifica “bot-

tom-up”. Inoltre assicura che le soluzioni siano mirate alla gradevolezza e non discriminanti,