CROMATICA
Cromatica: note sulla collezione | Cromatica: notes on the collection
come le parole, che scappano sempre, come la poesia che non si
può mai tenere nelle mani, come i racconti belli».
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E proprio a partire
dalla distinzione tra colore “staccato” e colore “inafferrabile” e diffuso
sembrano ripartire i Formafantasma per la loro lettura. Ma lo fanno con
la loro ineguagliabile propensione alla ricerca e con i mezzi tecnici del
terzo millennio.
«Questo lavoro - ci spiegano - è una riflessione sul colore e
soprattutto su come riportare la moltitudine di toni, tipici della
produzione artigianale, all’interno di un progetto su grande scala».
I designer guardano alle grandi lastre monocrome e interrogano i tecnici
per farsi raccontare i segreti, le fasi di lavorazione, i passaggi produttivi.
Capiscono che il colore della ceramica, il suo inafferrabile segreto, può
essere mantenuto anche nella serie e nelle grandi dimensioni dei formati
di cui l’azienda è leader. Comprendono che già questo ha una potenza
di espressione che non necessita di essere incanalata in forme, motivi,
segni. Ma soprattutto trattano la superficie come una grande tela sulla
quale stendere il colore puro, che tende all’uniformità, ma che in realtà
non è mai un colore, appunto, “scientifico” e totalmente monocromo: non
è un Pantone. E qui allora nasce l’intuizione geniale, quella dei figli del
passaggio dall’era dell’analogico a quella del digitale; di chi sa appunto
nutrirsi del passato per guardare al futuro. I designer tagliano la lastra in
tante porzioni regolari, anche di diversi formati. La riportano ad essere
“piastrella”, un nome desueto che suona di antico, ma che è modulo, unità
di misura, matrice generatrice.
Non c’è nulla di nostalgico in questo, anzi: la visione è tutta
inedita, le porzioni di lastra che ne derivano possono essere rimontate
liberamente, scompaginando l’unità del tutto, rivivificandone l’essenza
a partire dalla sua struttura. Rimescolando le carte del mazzo,
emerge un disegno che non è quello di una figura o di un motivo, ma
del colore stesso e della sua natura fisica. Esso è materia viva, nato
per definizione dall’incontro di più vibrazioni, dal mescolamento di
percentuali sempre variabili degli ingredienti di base. E i Formafantasma
ci restituiscono l’essenza corpuscolare e parcellizzata di questi piccoli
frame di spazio e tempo cristallizzato che disvelano il codice, la formula
della loro composizione.
Così Cromatica è una collezione composta da sei colori le cui
declinazioni e possibilità compositive sono in realtà infinite. È un insieme
“discreto” nell’accezione matematica del termine, capace di generare
sottoinsiemi multipli e variabili. Al tempo stesso ogni lastra può essere
utilizzata nella sua interezza, lasciando immutata l’impressione di
continuità analogica. Ma è il confronto e il dialogo tra le due modalità a
risultare davvero stupefacente: un vero uovo di Colombo atto a rendere
manifesto il mistero che la riproduzione artificiale del colore ha da
sempre esercitato sull’uomo. Perché, come diceva sempre Sottsass,
«i colori sono linguaggio, sono un materiale potente, magico,
imprendibile, flessibile, continuo, con il quale l’esistenza si palesa,
l’esistenza pulsante nel tempo e nello spazio»
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1
E. Sottsass, Scritti, Neri Pozza, Milano, 2002, p. 433
2
Ibidem, p. 437