ARALDICA
CEDIT: le ceramiche d’Italia che hanno fatto storia | CEDIT: Italian ceramic tiles that have shaped history
Bob Noorda, Noorda 22, 1968
riuscendo a influenzare la sensibilità degli acquirenti e degli addetti del settore.
Da semplice decoro su piastrella, il segno grafico assume il valore di un vettore
visivo che si esprime nella dimensione dell’architettura realizzata, dando sostanza e
intensità agli ambienti e stabilendo nuove possibilità di relazione tra le superfici di
calpestio orizzontali e i rivestimenti verticali.
Il desiderio di ampliare la gamma produttiva conduce ad esplorare una serie di
possibilità che, nel 1954, portano l’azienda a confrontarsi con l’ideazione e la messa
in commercio di elementi ceramici smaltati appositamente studiati, come l’iconica
serie “SZ1” firmata dagli architetti Marco Zanuso e Alberto Scarzella e caratterizzata
da una originale geometria curvilinea che permette molteplici associazioni tra i singoli
elementi; la componibilità dei moduli e dei decori entra nel vocabolario del marchio e
ne diventa, da qui in avanti, un tratto distintivo originale.
Nel 1955 la CEDIL rileva le Ceramiche Dester S.p.A. e ne deriva la CEDIS
Ceramiche di Sicilia s.n.c. con sede nel quartiere palermitano di Tommaso Natale, dove
si edifica un nuovo stabilimento produttivo su progetto di Zanuso.
Il nuovo gruppo - CEDIL-CEDIS - conta alla fine degli anni Cinquanta più di 300
dipendenti, garantendo una potenza produttiva di 2.200 mq/giorno di pavimenti
e rivestimenti; è dal profitto di queste due società che nasce la CEDIT S.p.A.,
visivamente caratterizzata da un nuovo logotipo disegnato da Albe Steiner.
Negli anni Sessanta, oltre ad acquisire e incorporare altre realtà (la Ceramiche
Trinacria di Messina e l’Italceramica di Bareggio), la CEDIT conferma ufficialmente
la scelta strategica, già in essere nella sua politica aziendale, di dare corso ad una
stagione di collaborazioni con i migliori designer dell’epoca: l’obiettivo del marchio
si configura nello strutturare un dialogo creativo tra produzione e progettazione, tra
qualità tecnico-formali ed estetiche del prodotto, coltivando una costante attenzione
all’evoluzione del proprio linguaggio, sia sul piano tecnologico sia su quello della
ricerca visiva, con l’intenzione ultima di riattivare secondo rinnovate logiche un
processo artigianale di dialogo tra progettista, realizzatore e utente.
Alla CEDIT si può riconoscere l’esercizio di una sensibilità e di una lungimiranza
che si sono consolidate nel tempo anche grazie a intuizioni uniche nel settore della
ceramica, prima fra tutte l’ideazione del premio “Piastrella d’Oro” in collaborazione
con l’ADI - Associazione per il Disegno Industriale - che, dal 1961 al 1966, raccoglie
e seleziona il miglior design italiano del settore ceramico in produzione. Con questo
premio è data l’opportunità a giovani progettisti di relazionarsi con il mondo dell’impresa
e di inserire nella logica di produzione criteri di sperimentazione e creatività.
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