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O L A F U R E L I A S S O N , nato nel 1967 in Danimarca

e cresciuto in Islanda, ha studiato alla Regia Accademia

d’Arte Danese di Copenaghen. Nei primi anni ‘90 si

è trasferito a Berlino, dove ha trovato il posto per

concretizzare le sue visioni.

Foto: Wolfgang Stahr/laif

OLAFUR

ELIASSON

L’ A M B A S C I A T O R E

DEL SOLE

Testo ANTJE WEWER

UN ESEMPIO ILLUMINANTE: OLAFUR ELIASSON, NUMERO 14

NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE DEGLI ARTISTI

PIÙ SIGNIFICATIVI, PORTA AL MONDO LA LUCE CON UNA

BUONA IDEA.

L A L U C E È – accanto ad altri fenomeni fisici naturali –

uno dei principali temi artistici conduttori di Olafur Eliasson.

“Un’esperienza fondamentale fu per me vedere le mie ombre pro-

iettate sul pavimento in una giornata di sole”, racconta l’artista.

“Una visione dalla doppia prospettiva! Ci vidi un grande poten-

ziale.” Da allora ha illuminato molte domande da prospettive

differenti e animato i più grandi musei del mondo. Disorientanti

giochi di luce gialla a monofrequenza presso il Palazzo d’Inverno

a Vienna costringono improvvisamente il visitatore a vedere solo

in bianco e nero e percepire maggiori dettagli. Oppure un “Green

Light Workshop” alla Biennale di Venezia, in cui profughi e altri

visitatori hanno assemblato moduli luminosi verdi e partecipato

a laboratori linguistici, cinematografici e musicali. Uno dei mas-

simi picchi della sua attività internazionale è rappresentato da

“The weather project”. L’opera, presentata nel 2003 presso la

Sala delle Turbine della Tate Modern di Londra, consisteva in un

gigantesco sole artificiale formato da lampade a monofrequenza,

una leggera nebbia nell’aria e un enorme specchio installato sul

soffitto capace di dilatare l’ambiente già di per sé imponente

dell’ex centrale elettrica della Bankside Power Station. La risposta

dei visitatori fu quella di sdraiarsi sul pavimento a godere di

quella sorta di fittizio bagno di sole. Uno scenario apocalittico,

affascinante e sconcertante allo stesso tempo.

L’arte di Eliasson suscita emozioni, coinvolge l’osservatore

lasciandolo a volte semplicemente incantato da un’abbagliante

bellezza. “Credo che la bellezza sia importante”, afferma Eliasson.