nati prodotti contrastano con la funzione a cui sono destinati.

Non c’è dubbio che le differenze tra uomo e donna, ma anche

le diverse capacità di movimento e l’agilità che varia tra soggetti

giovani ed anziani, sono aspetti che hanno la loro importanza

anche nella scelta di un sanitario; il buon senso suggerirebbe

che un vaso o un bidet, che in alcuni casi coincidono nello stesso

prodotto, dovrebbero essere realizzati in modo da consentirne

l’adattabilità in funzione dei diversi utenti, cosa pi

ù facile a dirsi

che da mettere in atto.

Ciò nonostante il problema resta irrisolto ed in pratica al

momento non esistono soluzioni accettabili e funzionali. In com-

penso nonostante l’omologazione degli stili e delle forme con cui

vengono proposti i vasi sanitari ed i bidet, possiamo fare alcune

considerazioni per cercare di individuare un “profilo di confort”

basato sulle misure che almeno per un “normotipo” possano

rappresentare la soluzione accettabile almeno per offrire una

adeguata postura seduta.

Per fare questo analizziamo quali debbano essere le misure

della superficie di seduta, e per le versioni in appoggio a pavimen-

to, quale altezza da terra dovrebbe avere il vaso con il sedile.

Per convenzione un vaso dovrebbe avere mediamente una

larghezza di poco inferiore a 40 centimetri per una profondità di

55. Alla misura di profondità dobbiamo sottrarne circa 10 per la

cerniera del sedile; in questo modo otteniamo una superficie “teo-

rica” di circa 1800 cm

2

, questo valore, in base al profilo del vaso,

varia per eccesso di un valore compreso tra 250 e 400 centimetri

quadrati. Quindi per la superficie di un vaso o un bidet possiamo

sostenere che più ci si avvicina ad un valore di 1800 cm

2

maggiore

sarà il potenziale confort di seduta.

A proposito dell’altezza facciamo riferimento ancora una volta

alla convenzione per cui una sedia, uno sgabello o una panca

solitamente hanno una altezza della seduta da terra intorno a

43 centimetri. I vasi sanitari, o i bidet, in appoggio a pavimento,

vengono solitamente proposti con un altezza di circa 40 centime-

tri, al piano di seduta privo del sedile.

Ora, dal punto di vista antropometrico, cerchiamo di capire

quali siano le ragioni che giustificano questa misura. Prendendo

come riferimento un “normotipo” in questo caso un uomo con

una altezza di 178 centimetri e una donna alta 165, dobbiamo

prendere in considerazione la distanza dalla pianta del piede

Le differenze morfologiche sono questioni legate alla costituzione fisica di ogni essere umano

Costituzione Rapporto tra misura del

busto e la statura

Uomini

Donne

Longilinea

> 10,4

> 10,9

Normolinea

9,6 - 10,4

9,9 - 10,9

Brevilinea

< 9,6

< 9,9

Il valore esprime il rapporto tra la lun-

ghezza del busto (dal piano ischiatico al

vertice della testa) e la statura, quindi,

indirettamente, la lunghezza degli arti

inferiori.

Costituzione Circonferenza del polso

Uomini

Donne

Longilinea

< 16 cm

< 14 cm

Normolinea 16 - 20 cm 14 - 18 cm

Brevilinea

> 20 cm

> 18 cm

Costituzione Indice scelico

Uomini

Donne

Longilinea

≤51

≤52,4

Normolinea 51,1-53,1

52,5-54,5

Brevilinea

53,2

≥ 54,6

L’indice scelico definisce il rapporto

tra la lunghezza degli arti e quella del

tronco.

fonte Wikipedia

La costituzione corporea può essere cal-

colata, ancor più rapidamente, misurando

la circonferenza del polso destro alla base

della mano

Catalogo Magazine

43