U

niversal

D

esign

Q

uando si progetta un ambiente destinato ad accogliere un alto

flusso di persone occorre sempre riflettere sull’inclusività de-

gli spazi: aperto alla comunità, questo spazio sarà fruibile da

chiunque, indipendentemente da età, genere, abitudini o eventuali

difficoltà motorie. Un’area “universale”, dunque, dove le differenze

prima menzionate devono necessariamente azzerarsi. Il criterio di

Universal Design nasce con questo spirito, pensare ad ambienti privi

di ostacoli, liberi e pienamente vivibili. Un concetto che affonda le sue

radici sull’idea dell’abbattimento delle barriere architettoniche e sul

concepimento di un design per tutti (design for all) ma che prosegue

oltre, proponendosi di fornire un metodo di progettazione che sia va-

lido per qualsiasi contesto e settore.

Fondata da Ronald Mace, la “scuola” del design universale individua

7 criteri basilari su cui impostare la progettazione di uno spazio, che

deve essere:

• Equo, utilizzabile cioè da chiunque

• Flessibile, in grado di adattarsi alle diversità tipiche di una

comunità

• Semplice, capace di offrire servizi facilmente fruibili

• Percettivo, pensato per trasmettere le e

ffettive informazioni

sensoriali

• Previdente, ovverosia sicuro. Deve appunto eliminare ostacoli che

ne limitino la vivibilità

• Accessibile, fruibile da tutti con il minimo sforzo.

• Inclusivo, progettato pensando a dimensioni e spazi che

siano effettivamente capaci di assicurare la giusta godibilità

dell’ambiente.

Il termine Universal Design si deve a ronald

MaCe, un architetto americano, costretto fin da

bambino a muoversi in sedia a rotelle a causa

della poliomielite.

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