La prima normativa che ha regolamentato l’afflusso e il trattamento di questo tipo di acque è stata quella della Regione Lombardia che, con la
Legge n. 62 del 27 maggio 1985, ha definito cosa si intende per “acqua di prima pioggia” e quali sono i trattamenti indispensabili.
Col Decreto Legislativo n. 152 dell’11 maggio 1999 e successivamente col Decreto Legislativo n.152 del 3 aprile 2006 la normativa nazionale ha
recepito il concetto di acque di prima pioggia e all’articolo n. 113 del D.Lgs n.152/2006 si legge:
“Ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le Regioni, previo parere del Ministero dell’Ambiente e della tutela dei territori,
disciplinano e attuano:
a) le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento, provenienti da reti fognarie separate;
b) i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano
sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione”.
Conseguentemente le Regioni hanno provveduto a regolamentare il trattamento e lo scarico delle acque di prima pioggia con leggi e regolamenti
regionali, i quali si rifanno a quanto già previsto dalla legislazione della Regione Lombardia.
Questa, con il Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo 2006 “Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree
esterne, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26”, ha definito:
a) “evento meteorico” una o più precipitazioni atmosferiche, anche tra loro temporalmente di-stanziate, di altezza complessiva di almeno 5 mm,
che si verifichi o che si susseguano a di-stanza di almeno 96 ore da un analogo precedente evento;
b) “acque meteoriche di dilavamento” la parte delle acque di una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici
scolanti;
c) “acque di prima pioggia” quelle corrispondenti, nella prima parte di ogni evento meteorico, ad una precipitazione di 5 mm uniformemente
distribuita sull’intera superficie scolante ser-vita dalla rete di raccolta delle acque meteoriche;
d) “acque di seconda pioggia” la parte delle acque meteoriche di dilavamento eccedente le ac-que di prima pioggia;
e) “acque pluviali” le acque meteoriche di dilavamento dei tetti, delle pensiline e dei terrazzi degli edifici e delle installazioni;
f) “superficie scolante” l’insieme di strade, cortili, piazzali, aree di carico e scarico e di ogni altra analoga superficie scoperta, alle quali si applicano
le disposizioni sullo smaltimento delle acque meteoriche di cui al presente Regolamento;
g) “acque di lavaggio” le acque, comunque approvvigionate, attinte o recuperate, utilizzate per il lavaggio delle superfici di cui alla lettera f) e
qualsiasi altra acqua di origine non meteorica venga ad interessare le medesime superfici direttamente o indirettamente;
h) “rete di raccolta delle acque meteoriche” l’insieme delle condotte utilizzate per la raccolta separata ed il convogliamento delle acque meteoriche
di dilavamento e di quelle di lavaggio relative alle superfici scolanti.
Lo stesso regolamento stabilisce che “Le acque di prima pioggia e le acque di lavaggio [omissis] devono essere avviate ad apposite vasche di
raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere complessivamente non meno di 50 m
3
per ettaro di superficie scolante [omissis]
. Alle acque meteoriche di dilavamento deve essere destinata una apposita rete di raccolta e convogliamento, munita [omissis] di un sistema di
alimentazione delle vasche di prima pioggia che le escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete deve essere dimensionata sulla
base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità caratteristici di ogni zona, e comunque quanto meno assumendo che l’evento si
verifichi in quindici minuti e che il coefficiente di afflusso alla rete sia pari ad 1 per la superficie scolante e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi
tipo ad esse contigue, escludendo dal computo le superfici incolte e quelle di uso agricolo.
Le acque meteoriche di dilavamento provenienti da superfici contaminate da idrocarburi di origine minerale, in alternativa alla separazione delle
acque di prima pioggia di cui al comma 2, possono essere sottoposte a trattamento in impianti con funzionamento in continuo, progettati sulla
base della portata massima stimata in connessione agli eventi meteorici di cui sopra, fermo restando il rispetto dei valori limite di emissione
[omissis]”.
Area scoperta di forma rettangolare adibita a parcheggio, a servizio di area commerciale
provincia di Roma. Dimensioni dell’area Mt. 125 x 75 – superficie complessiva dell’area:
9.400 M
2
.
Superficie netta adibita alla sosta e transito delle autovetture 5.000 M
2
.
Nr. posti auto previsti 400
Scarico previsto in corso idrico superficiale
Secondo quanto previsto dalla legislazione della Regione Lazio (DELIBERAZIONE DELLA
GIUNTA REGIONALE 13 maggio 2011, n. 219) si considera “prima pioggia” i primi 5 mm
di pioggia uniformemente distribuita sulla superficie considerata. 5 mm di pioggia per
m
2
equivalgono a 5 litri di pioggia da accumulare, quindi moltiplicando questo valore
per la superficie in m
2
si ottiene la capacità del serbatoio di accumulo.
2
2
Dovendo scaricare le acque trattate in un corso idrico superficiale, si sceglierà un
sistema in accumulo multiplo di 50000 LT con disoleatore con filtro a coalescenza.
RICHIESTA DIMENSIONAMENTO
Zona Industriale Pagliare
IMPIANTO PER TRATTAMENTO
64020 Morro D’Oro (TE)
PRIMA PIOGGIA
Tel 085 80401 - Fax 085 8041418
DATA RICHIESTA
RICHIEDENTE
DENOMINAZIONE/RIF:
TEL.:
FAX:
E-MAIL:
RIVENDITORE
STUDIO TECNICO
IMPRESA
PRIVATO
TECNICO
PROGETTISTA
TEL.:
FAX:
E-MAIL:
INFO SU SUPERFICIE DA TRATTARE:
ACQUE DI PRIMA PIOGGIA
ACQUE DI DILAVAMENTO SUPERFICI
MQ SUPERFICIE COPERTA: ___________________
MQ SUPERFICIE SCOPERTA: ___________________
ATTIVITA’ SVOLTA: ___________________
PORTATA DA TRATTARE (Lt/sec.): ___________________
LOCALITA’/PROVINCIA IMPIANTO: ___________________
RECAPITO FINALE
PUBBLICA FOGNATURA
CORSO IDRICO SUPERFICIALE
SPAZIO PER EVENTUALE DISEGNO E NOTE
TRASMETTERE ALL’AREA COMMERCIALE