Nel 1968 l’azienda introduce nel mondo della produzione ceramica un fattore

di innovazione assoluta, realizzando un nuovo campionario che, combinando i decori

della tradizione con i disegni concretamente innovativi di alcuni protagonisti del

progetto moderno, interpreta e anticipa le necessità e il gusto dell’epoca: per la

prima volta, un’azienda attiva nel campo della produzione di piastrelle di rivestimento

si candida a interpretare la “moda dell’anno”, suggerendo soluzioni funzionali e

decorative per la casa che sono firmate da autori del calibro di Enzo Mari, Ettore

Sottsass, Bob Noorda, Michele Provinciali, Joshitaka Sakuma, Bruno Binosi, Carmen

Grusova-Rihova, Gilio Confalonieri, Franca Helg & Antonio Piva, Ferruccio Bocca,

Sergio Asti e Marco Zanuso.

Nasce così la “Collezione 68”, che rappresenta un unicum nella storia della

ceramica e avvia un vettore di cambiamento epocale nel settore. La svolta è nella

versatilità del disegno a parete concepito fuori da vincoli di ripetitività, con la

possibilità di ottenere da un motivo unico più temi compositivi; questo fattore, tra gli

altri, contribuisce a qualificare definitivamente l’attività di progetto della geometria

e del motivo grafico del prodotto come un passaggio obbligato per la produzione

industriale del materiale ceramico.

Nel 1970, l’avventura sperimentale della CEDIT prosegue con un altro episodio

significativo: la mostra “16 giochi a parete”, ospitata nel centro di esposizione

milanese dell’azienda di via Verri 4, invita a riflettere su nuove possibilità di

percezione delle superfici rivestite in ceramica, trattando il tema della parete come

una “scacchiera” da comporre in molteplici combinazioni.

La mostra, eclettica e partecipata, presenta le proposte di un selezionato

gruppo di creativi - designer, grafici e artisti - come Sergio Asti, Bruno Binosi,

Severina Corbetta e Maria Grazia Caccini, Jean-Pierre Garrault, Salvatore Gregorietti,

Gino Marotta, Franco Mirenzi, Pietro Monti e Giulio Buonpane, Bob Noorda, Ornella

Noorda, Pietro Salmoiraghi e Antonio Locatelli, ciascuna messa a disposizione del

pubblico per “inventare” differenti possibilità combinatorie degli elementi. La CEDIT

lancia un manifesto per un approccio nuovo alla statica e canonica visione della

parete rivestita: le piastrelle in ceramica sono trattate alla stregua di tessuti

o elementi mobili che si possono montare e smontare a piacimento, secondo

il gusto del momento o assecondando l’istinto ludico del visitatore.

Con questo progetto espositivo, l’azienda consolida l’idea che favorire le

collaborazioni con i creativi possa essere la strada vincente per un continuo rilancio

del prodotto nel mercato. Ieri come oggi, la richiesta rivolta dalla CEDIT ad artisti,

Marco Zanuso, Ninfea, Ninfea alfa, 1984

CHIMERA

CEDIT: le ceramiche d’Italia che hanno fatto storia | CEDIT: Italian ceramic tiles that have shaped history

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