Resa termica
La capacità di un corpo scaldante di cedere calore all’ambiente in cui è installato dipende da molti fattori: forma, dimensioni, tipo di installazione, interazione con altri oggetti
vicini e, da un punto di vista strettamente termico, dalla differenza di temperatura con l’aria circostante. Infatti, è noto dalla fisica che il calore passa spontaneamente da un corpo
caldo ad uno freddo e ne passa tanto di più quanto maggiore è la differenza di temperatura fra i due corpi. Pertanto, per caratterizzare la resa termica di un corpo scaldante
è sì necessario definirne le condizioni geometriche di installazione, ma bisogna soprattutto definirne le condizioni termiche di funzionamento. In altre parole per avere dei dati
confrontabili occorre fissare la differenza di temperatura fra il radiatore e l’ambiente. Siccome il radiatore si riscalda perché nel suo interno vi
è una circolazione (naturale e/o
forzata) di acqua calda, per fissare delle condizioni operative valide per ogni radiatore la norma EN 442 fissa un valore di riferimento della differenza (∆T) fra la temperatura media
dell’acqua all’interno del corpo scaldante e la temperatura dell’aria del locale da riscaldare così definita:
1 = temperatura di mandata
2 = temperatura di ritorno
a = temperatura ambiente
A titolo di esempio se:
1=75°C
2 = 65°C
a = 20°C
T
a
T
1
T
2
1
2
2
a
2
Il valore di riferimento di ∆T è fissato a 50 °C e la resa termica dei radiatori va determinata sperimentalmente presso laboratori accreditati secondo procedure fissate, anch’esse,
dalla norma. Alla fine delle determinazioni sperimentali si arriva ad una relazione del tipo:
che è detta Equazione Caratteristica di riferimento del corpo scaldante. Tale equazione permette di calcolare la resa termica del radiatore per un ∆T qualsiasi, infatti nessuno vieta
di esercire gli impianti di riscaldamento a temperature diverse da quelle fissate a riferimento dalla norma. Nel qual caso la resa termica del singolo radiatore a ∆T generico diverso
da 50°C si calcola nel modo seguente:
Ad essere esatti la norma impone di far riferimento alla differenza aritmetica di temperatura (il ∆T definito precedentemente) se, come accade nella maggior parte dei casi tecnica-
mente interessanti il rapporto:
è maggiore o uguale a 0,7. In caso di utilizzo del radiatore a bassa temperatura o con forti cadute di temperatura il rapporto μ assume valori inferiori a 0,7 allora, occorre sostituire,
nelle relazioni di cui sopra, alla differenza di temperatura aritmetica la differenza di temperatura logaritmica così definita:
Esempio
Se un radiatore ha da catalogo la resa termica nominale pari a:
ed equazione caratteristica espressa come:
e se ipotizziamo di far funzionare il radiatore a ∆T=60 C° si ha:
Si può, quindi, affermare che passando da ∆T=50 a ∆T=60 il radiatore di cui sopra aumenta la sua resa termica del 25.5%.
Se il medesimo radiatore pensiamo di farlo funzionare nelle seguenti condizioni:
applicando il procedimento di cui sopra la resa termica a ∆T 23,6 °C è pari a
Si ricorda che per avere la resa termica espressa in Kcal/h occorre moltiplicare il valore in Watt per 0,860
A
c
c
e
s
s
o
r
i
e
s
u
p
p
o
r
t
o
t
e
c
n
i
c
o