EURIDICE
Euridice: note sulla collezione | Euridice: notes on the collection
zen, alla musica e –come abbiamo visto- all’avanguardia artistica
del proprio tempo.
Caratteristiche queste che ritroviamo nei lavori che l’artista ha
realizzato per CEDIT ceramiche. Per il marchio storico Griffa ha creato
cinque opere caratterizzate da una serie di segni minimali e lirici, i quali
ricordano le soluzioni formali della fine degli anni Sessanta e degli anni
Settanta. La gamma cromatica di questi segni, tra colori complementari
e mezzi toni, l’artista torinese sembra attingerla dal Rinascimento e
dalla pittura veneta del Cinquecento e del Seicento. L’altro riferimento
fondamentale è poi Matisse, il pittore della felicità del colore e
dell’immagine come tensione equilibrata tra segni e colori.
Alla base della proposta di Griffa per CEDIT vi è la volontà di
realizzare, attraverso la ripetizione modulare del segno, dei veri e
propri ambienti spaziali destinati al vivere quotidiano. Si tratta di
una collaborazione, questa con l’industria ceramica, particolarmente
interessante nel caso dell’artista torinese. In effetti il suo linguaggio
pittorico –basato sul concetto di un segno anonimo potenzialmente
aperto all’infinito – sembra essere particolarmente adatto alla
riproduzione su vasta scala e alla realizzazione di interi ambienti. L’idea
del frammento e del non finito, appaiono in effetti adatti ad investire
spazi abitativi di dimensioni diverse, come se fossero appunto “porzioni”
di un discorso più ampio, di un universo in espansione. Tutta l’opera di
Griffa attinge a un repertorio di segni senza tempo, di gesti ripetuti nei
millenni, secondo una complessa traiettoria che mette insieme arte,
artigianato e decorazione. Questa antica storia di sperimentazioni sulle
potenzialità del segno, del colore e della materia, vede nel progetto per
CEDIT una sorta di naturale e affascinante punto di arrivo.
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