Si tratta del sistema di regolazione più sempli-
ce: si garantisce all’impianto una temperatura del
fluido di mandata costante impostando manual-
mente una valvola termostatica.
Il limite maggiore è la necessità, da parte dell’u-
tilizzatore, di dover regolare l’impianto ogni volta
che variano le condizioni esterne. Per ovviare a
questa esigenza si è diffusa la consuetudine di
tarare la valvola termostatica sulla temperatura
di progetto (uguale alla massima temperatura
necessaria nel giorno più freddo dell’inverno) e di
montare sui circuiti dell’impianto attuatori elettro-
termici comandati da termostati di zona. Se non è
necessaria una suddivisione a zone dell’ambien-
te riscaldato, il termostato può essere semplice-
mente collegato al circolatore che alimenta tutti i
circuiti. Il termostato, confrontando la temperatu-
ra impostata dall’utente con quella rilevata, apre
eventualmente l’attuatore per alimentare con ac-
qua calda il circuito radiante.
La regolazione della temperatura di mandata in
caso di riscaldamento si effettua attraverso una
caratteristica curva climatica (fig. 5.1), secon-
do la quale sono richieste ai generatori di ca-
lore temperature di mandata basse quando la
temperatura esterna si mantiene intorno a valori
relativamente alti, mentre quando la tempera-
tura esterna scende via via verso i valori minimi
anche la temperatura di mandata viene aumen-
tata fino a raggiungere la massima temperatura
di progetto dell’impianto. La presenza di un ter-
mostato di sicurezza evita accidentali sovratem-
perature dell’acqua di mandata.
Questo approccio è particolarmente significa-
tivo per le applicazioni con carattere di funzio-
namento continuo e si propone di modulare l’e-
missione termica dell’impianto in funzione del
graduale incremento della dispersione dell’e-
dificio o dell’appartamento. Allo stesso tempo
offre la possibilità di ottimizzare i rendimenti dei
generatori di calore e di minimizzare le disper-
sioni della rete di distribuzione.
Capitolo 5
Regolazione climatica evoluta